5 frasi che abbassano l’intelligenza emotiva.
C’è una linea sottile tra ego ed empatia. Ed anche in questo periodo di quarantena (Covid-19) ho potuto constatare che anche sui social network sono emersi commenti che hanno dato libera voce alle nostre emozioni e poco all’ascolto.
Ma questo ha una relativa importanza, in fondo nessuno di noi è perfetto. Nessuno di noi ha sempre il controllo delle proprie emozioni, tanto meno quando scriviamo sulla tastiera del nostro smartphone o del pc.
Tutti noi siamo orientati a preservarci a un certo livello di profondità emotiva. E sebbene sia innaturale essere “sempre” attenti e disponibili, alcune volte capita che poniamo i bisogni degli altri davanti ai nostri.
Questo può far male a noi stessi quando perdiamo il controllo della volontarietà, delle nostre emozioni.
Può capitare quando stai cercando i migliori collaboratori per il tuo nuovo progetto oppure stai provando a chiudere un’importante vendita. O stai cercando di mantenere alcune relazioni positive nella tua vita personale.
Intelligenza Emotiva
Ci sono molti libri sul tema, primi fra tanti il libro di Daniel Goleman intitolato “Intelligenza Emotiva”, inoltre qui ho scritto qualcosa che forse può interessarti a riguardo.
Però, in questo articolo, il punto in cui voglio porre l’attenzione è riconoscere che in molte conversazioni ci si concentra su una delle due persone: tu o la persona (o le persone) all’interno di un dialogo.
Devi sapere che una parte fondamentale dell’empatia (e con essa, l’intelligenza emotiva) è essere consapevoli e intenzionali su dove si concentra l’attenzione del contesto.
Si possono creare due situazioni quando siamo in di fronte a ciò:
- Possiamo dare una risposta di spostamento, che punta a muovere l’attenzione verso di noi e quindi lontana da chiunque parli.
- Possiamo offrire una risposta di supporto che sposta l’attenzione verso la persona e lontana da te.
Penso che ci siano alcuni sotterfugi che si possono usare per allenarti a riconoscere la richiesta di supporto, e quindi a diventare più intenzionalmente empatico, il che è una grande parte dell’intelligenza emotiva.
Per questo voglio condividere con te alcune frasi che secondo me non dovrebbero essere mai usate quando si sceglie di dare supporto. Io stesso rabbrividisco quando mi vengono dette alcune di queste frasi per provare a farmi star meglio, voi no?
“Non puoi” – “So come ti senti..” – “Va tutto bene?”
Queste tre frasi possono fare da raccolta da sole:
- “Non puoi…” A chi non è mai capitato di sentirsi dire questa frase “Non puoi … varietà di cose (in realtà poco pratiche) per renderlo più semplice”, come si può offrire una soluzione se non si ha ancora ascoltato la situazione.
- “So come ti senti…” In breve, quando qualcuno ti spiega una situazione difficile, è probabile che stia cercando empatia. E rispondendo in questo modo non stiamo facendo altro che spostare l’attenzione su noi stessi, suggerendo che i loro sentimenti possono essere incapsulati rapidamente e facilmente.
- Qualsiasi versione di “… va tutto bene?” in cui fai una domanda apparentemente empatica, ma che offre anche la risposta “corretta” – suggerendo che si è più interessata a ottenere il credito per la domanda piuttosto che ad ascoltare attivamente.
“Fai sempre …” o “Non hai mai …”
Se stiamo parlando del comportamento di qualcun altro, questo genere di frase rischia di spostare l’attenzione su qualcosa di te oppure mettere in luce le tue azioni contrapponendole al tuo interlocutore.
Questo non significa che non dovresti mai usare questo tipo di frasi. Ma sii consapevole e intenzionale: il nucleo di ciò che stai dicendo è molto importante per la persona che si sta aprendo a te.
Focus, focus, focus.
“Questo mi ricorda…”
Questa frase può sembrare innocua però è altrettanto fondamentale perché di rischia (nuovamente) di spostare l’attenzione sulle proprie attività. Questo esempio può far chiarezza:
Persona A: “Sono andato dal commercialista la scorsa settimana …”
E tu rispondi: “Oh! Questo mi ricorda che devo chiamare il mio commercialista per fissare l’appuntamento. Ma per favore continua pure …”
Non un grande affare, vero?
Oppure:
Persona A: “Ho fatto domanda per questo lavoro che desidero davvero e non ho più avuto risposta.”
E tu rispondi: “Questo mi ricorda quella volta che volevo davvero lavorare per questa azienda e … “. Pessimo gusto.
“Qualcuno deve dirtelo …”
Questa frase, come le precedenti, è un coltello a doppia lama. Alcune volte si rischia di usare questa frase con l’intenzione di fornire informazioni o consigli utili, ma che vuoi evidenziare o mostrare la tua soddisfazione personale di essere quel qualcuno.
Ci sono momenti in cui potresti usare queste frasi intenzionalmente ed altri invece che richiedono un maggior emotività e comprensione della situazione.
Ecco alcuni esempi:
– “Qualcuno deve dirtelo … il tuo team ha paura di te.”
– “Qualcuno deve dirti … le persone stanno prendendo in considerazione il tuo modo di vestirti.”
– “Qualcuno deve dirtelo … alcuni dei tuoi collaboratori sono pronti a lasciarti perché non si fidano già di te.”
“Non voglio combattere, ma …”
Qualunque cosa tu dica nella seconda metà di questa frase, potrebbe essere sostituita con “… ma sto per dire qualcosa che potrebbe iniziare una lotta”.
Avete presenti le frasi del tipo: “Non sono un razzista ma … sto per dire qualcosa che potrebbe essere visto come razzista”.
Oppure “Non sono perfetto ma … sto per dire qualcosa che suggerisce che sono un po ‘meglio di qualcun altro.”
Così come nella relazione personali anche nel lavoro i modi definiscono l’uomo, per questo non amo particolarmente iniziare frasi di questo genere. Le trovo controproducenti e per nulla orientare al risultato vero: l’ascolto.
Ci sono situazioni spinose e critica che ci spongono a dover affrontare di persona il problema, però ricordiamo sempre che ci vuole modo e tempo per farlo.
Secondo ma la chiave di tutto è essere intenzionale ed orientato all’ascolto. Comprendi meglio l’effetto che il tuo modo ha sulle altre persone nelle tue conversazioni ed avrai il controllo delle tue emozioni.