Lo stato d’animo e le tue emozioni si riflettono

Lo stato d’animo e le tue emozioni si riflettono

Fa attenzione al tuo stato d’animo e alle tue emozioni, perché esiste uno strettissimo legame tra le tue emozioni e il tuo mondo visibile
Neville Goddard

Mi piace pensare – che la maggior parte degli uomini creda che un evento negativo generi rabbia o che un evento doloroso possa creare ansietà ed infine un evento felice invece generi felicità.

Questa può essere una visione distorta della realtà che ci circonda?

Ho voluto provare a pensare inversamente, quindi invertendo causa ed effetto, avremo che uno stato emotivo negativo (pensieri distruttivi o paure o ansie e chi più ne ha più ne metta) sia invece capace di generare un evento negativo. Al contrario uno stato emotivo positivo (composto di gioia, euforia, ottimismo) possa generare un evento positivo che gli corrisponda.

… sei forse pazzo?

Non potendo escluderlo al 100% ho la licenza per affermare che gli stati d’animo che produciamo internamente nel nostro essere, diventeranno gli eventi che incontreremo esternamente. In quello che chiamiamo mondo reale.

Osservando la situazione da un altro punto di vista, possiamo notare come gli eventi che viviamo nella nostra vita non sono determinati da una funzione aleatorio, ma dall’emozioni che proviamo costantemente.

Emozioni positive creano eventi positivi.
Emozioni negative creano eventi negativi.

Aggiungiamo a questa equazione la variabile tempo, assumendo che nessun evento può accadere senza che noi (seppur inconsciamente) ne abbiamo dato l’autorizzazione.

Possiamo cosi supporre che in questo stesso istante stiamo preparando ciò che si manifesterà nel proprio mondo visibile, stiamo creando gli eventi che a distanza di tempo, incontreremo.

Ok, ammettiamo che sia vero.
Che vorrebbe dire, quindi?

Vorrebbe dire anche che tutto riflette ai nostri stati emotivi, anche le persone con le quali entriamo in contatto nel mondo esterno.

Hai mai sentito questa frase: Sei la media delle 5 persone con cui passi più tempo.

Vorrebbe anche dire che è la vittima che attrae il carnefice, perché dentro di sé ci si sente vittima. Se non ci si sentisse così non ci si attrarrebbe nessun carnefice. 

Quindi osservando il mondo intorno a se stessi aiuterebbe a rendersi conto che non è nient’altro la fedele ricostruzione del proprio mondo interiore.

Ma allora perché questo risulta così difficile da “vedere”?

La sfida è che ci si è abituati a permettere ad ogni sorta d’emozione negativa di creare il proprio mondo esterno.

Non ti procura fastidio sentir chi si lamenta? Oppure vedere o sentirsi giudicati a destra e a manca? Ecco vivere immersi nelle emozioni negative è un ottimo modo per creare un futuro (probabilmente) triste e limitante per se stessi.

Esempio a tutti noi sarà capitato di portare rancore oppure odiare alcune persone. Ecco portarsi dentro queste emotività in realtà non ha senso, perché non siamo altro che vittime di esse. Per cui quello che mi viene da pensare è che la persona per cui nutro questi sentimenti non è altri che un mio complice, un compagno d’avventura. Ed ecco perché ritengo che perdonare è una via per liberarsi dalla schiavitù emotiva in cui era caduti vittima.

Per questo (ed altri motivi che spiegherò in seguito) mi sono convinto che il nostro esterno è interno. Per cui il mio mondo esterno è un riflesso del mio interno.

Avete presente la frase “l’essenziale è invisibile agli occhi” nel “Il Piccolo Principe”? Ecco, è un modo diverso per dire che a creare tutto ciò che vediamo nel mondo visibile, viene creato dal mondo invisibile.

Questo vuol dire che ogni volta che entreremo ad entrare a far parte del mondo di un’altra persona, che incontriamo più volte o che vedremo solamente una e se non poche volte, avremo inevitabilmente un messaggio da consegnarli e viceversa. Un messaggio che sia noi che l’altra persona dovremmo imparare a decifrare.

Ogni persona è un riflesso di una parte di noi che non conosciamo (ancora) o che inconsciamente rimuoviamo oppure una parte di noi che andrebbe migliorata, guarita. Noi siamo tutto ciò che ammiriamo o giudichiamo.

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